Evasione fiscale, i controlli incrociati su banche e carte di credito

La tecnologia entra nel controllo del fisco, incrocio dei dati, in particolare quelli dei pagamenti fatti con le carte di credito, e i movimenti sui conti correnti bancari. L’Agenzia delle Entrate si aggiunge la disponibilità digitale per andare a caccia di evasori fiscali. Il Garante della privacy ha approvato lo schema di decreto del ministero dell’Economia e della Finanze che regola l’utilizzo delle informazioni personali per confrontare le banche dati a sua disposizione e quelle di cui è titolare la Guardia di finanza.

Che cosa potrà fare l’Agenzia delle Entrate?

Lo schema di decreto prevede che l’Agenzia delle Entrate utilizzi software, processi automatizzati e interconnessioni con le altre banche dati di cui dispone per individuare i criteri di rischio e le posizioni da sottoporre ai controlli.

L’Agenzia delle Entrate grazie agli algoritmi creerà due “liste”, é lo stesso schema di decreto a prevederlo.
un dataset di analisi per verificare, applicando tecniche e modelli di analisi coerenti con i criteri di rischio prescelti, la presenza di rischi fiscali. Questo dataset servirà a individuare il gruppo di contribuenti che sulla base delle analisi del software risulta a rischio evasione;
un dataset di controllo, che comprenderà le posizioni fiscali dei contribuenti, «caratterizzate dalla ricorrenza di uno o più rischi fiscali, nei confronti dei quali potranno essere avviate le attività di controllo ovvero le attività volte a stimolare l’adempimento spontaneo».

La Cgil esulta

La Cgil ha giudicato positivamente il via libera del Garante per la privacy e ritiene che sia un primo passo per avviare una seria lotta all’evasione fiscale nel nostro Paese. «Da tempo – riporta in una nota la Cgil Nazionale – chiediamo che i dati fiscali, reddituali e patrimoniali vengano incrociati e analizzati per individuare profili di rischio.

Limiti e garanzie per i contribuenti

Il ministero dovrà introdurre specifiche cautele per quelli automatizzati, in modo da ridurre i rischi per i contribuenti, in particolare, per quanto riguarda la rappresentazione della capacità contributiva e poter quindi correggere potenziali errori o distorsioni che potrebbero verificarsi nel processo decisionale. Il Mef dovrà poi specificare nel dettaglio le categorie di dati oggetto di limitazione e nell’informativa indicare in modo più trasparente le attività di profilazione degli interessati. Il Garante ha inoltre chiesto di integrare lo schema di decreto prevedendo specifiche garanzie per il differimento del diritto di accesso dei contribuenti che, all’esito degli accertamenti, saranno risultati in regola.