Il Centurione, o centurio in latino, è l’ufficiale più famoso dell’esercito romano: la sua esperienza e il suo valore sono stati un fattore cruciale per mantenere l’ordine sul campo di battaglia e garantire i più grandi successi militari a Roma nel corso dei secoli.
Al comando di una unità di circa 100 legionari, era responsabile dell’assegnazione dei compiti, dell’erogazione dei premi e delle punizioni, dell’esecuzione di compiti amministrativi che andavano dalla decisione della parola d’ordine dell’ accampamento alla gestione dei prigionieri.
Anche se i centurioni avevano la possibilità di occupare posizioni di amministrazione all’interno dell’impero, il nome del centurione sarà per sempre associato al veterano dei campi di battaglia, vicino ai suoi uomini nel momento dello scontro.
I requisiti per diventare un centurione
Tradizionalmente, i centurioni provenivano dalla classe plebea, quella più povera, ma nel I secolo a.C. il grado poteva essere occupato anche dai membri di una classe “media” chiamata equestre, così come da soldati non latini.
I centurioni potevano essere nominati direttamente dal Senato, ma nella gran parte dei casi questi venivano promossi direttamente sul campo di battaglia, come segno di gratitudine per il coraggio dimostrato o come riconoscimento delle doti di leadership espresse durante lo scontro.
Man mano che l’esercito romano diventava sempre più professionale, anche i requisiti per diventare un centurione divennero sempre più severi: oltre che una indubbia capacità sul campo di battaglia e nella gestione dei soldati, era necessaria una certa abilità negli affari amministrativi. Molto poteva contare il sostegno di un influente politico o aristocratico.
La maggior parte dei centurioni manteneva il proprio rango per tutta la carriera, ma durante l’Impero era tecnicamente possibile salire più in alto nella gerarchia diventando tribuni, prefetti e persino membri del Senato.
Ad esempio, l’imperatore Massimino il Trace era stato un centurione sotto Caracalla, così come anche il padre e il nonno dell’imperatore Vespasiano avevano ricoperto questo ruolo.
Armatura e dotazioni
I centurioni indossavano un elmo con una caratteristica cresta trasversale, composta da pelo o piumaggio di struzzo o di pavone. Gli elmi dei primi centurioni potevano avere una protezione per il viso dove erano spesso incisi dei Sileni, delle creature mitologiche di forma animale. Con il passare degli anni, i centurioni di carriera potevano aggiungere agli elmi delle insegne in argento.
L’armatura includeva degli schinieri, di solito corredati da alcune decorazioni incise, e una corazza di bronzo che riprendeva la forma dell’addome o era scolpita in modo tale da ricalcare gli addominali. In alternativa il centurione poteva indossare una corazza fatta da piccole squame di ferro.
L’armatura del torace e della schiena poteva avere delle protezioni per le spalle e delle strisce protettive per la parte superiore delle braccia e persino una protezione per il collo. Nel I secolo d.C. era comune anche tra i centurioni un piccolo giubbotto rinforzato a maniche corte.
Sotto l’armatura si indossava una tunica che per i centurioni poteva essere bianca, bianco sporco o con varie tonalità di rosso. Si poteva indossare un mantello, che era tipicamente blu o verde con un bordo giallo, e che veniva legato sul davanti attraverso una spilla. Un centurione portava anche un sottile ma robusto randello di 90 cm con cui poteva percuotere i soldati più pigri, e che distingueva il suo rango.
Lo scudo tipico nel periodo della Repubblica era il clipeo circolare o lo scudo un rettangolare. Nel periodo Imperiale il centurione portava invece degli scudi ovali, anche se il più delle volte i centurioni tendevano ad utilizzare lo stesso tipo di scudi che erano in dotazione alle truppe sotto il loro comando.
I Centurioni indossavano anche dei premi ricevuti grazie al loro valore che potevano includere delle collane pesanti, dei braccialetti e dei medaglioni che venivano attaccati al petto tramite una imbracatura di cuoio.
Le armi dei centurioni
All’inizio della Repubblica, le armi in dotazione ai centurioni variavano a seconda del loro rango e delle preferenze personali. Potevano portare una lancia e una spada, quest’ultima indossata sul lato sinistro, il che era in contrasto con i legionari che la indossavano sull’anca destra.
Vennero utilizzati tanti tipi di spade diverse, ma la principale del periodo arcaico e repubblicano era sicuramente lo Xiphos greco o la Makaira ricurva.
A partire dal II secolo a.C. la spada preferita dall’esercito romano fu invece il Gladius Hispaniensis. Aveva una lunghezza di circa 65 cm, era dotato di un pomo trilobato o semisferico per equilibrare il peso, e veniva trasportato in un fodero d’argento appeso ad una cinghia.
Completava la dotazione un pugnale di circa 25 cm, che poteva essere portato orizzontalmente sulla cintura.
I doveri e i compiti di un centurione
I Centurioni erano responsabili dell’addestramento dei legionari, dell’assegnazione dei compiti e del mantenimento della disciplina tra i ranghi. Era fondamentale che dimostrassero il loro valore in battaglia e che fossero risolutivi quando le cose non andavano bene.
I centurioni guidavano gli uomini attraverso l’esempio e ottenevano con azioni concrete il rispetto delle truppe. In un esercito estremamente rigido e gerarchico come quello romano, i centurioni dovevano spesso avere mano ferma con i loro uomini e in alcuni casi si trasformarono in veri e propri despoti.
Quando si trovavano alla fine della giornata, sovrintendevano alla costruzione dell’accampamento e delle fortificazioni, allo scavo delle trincee e alla decisione e alla comunicazione della parola d’ordine che era necessaria per entrare all’interno del campo.
Erano anche responsabili della scorta dei prigionieri, si occupavano di erigere dei piccoli monumenti dopo la vittoria, oltre ad essere direttamente coinvolti in tutte le questioni che riguardavano la logistica, come l’approvvigionamento di acqua e di provviste durante la campagna militare.
I centurioni erano anche coloro che venivano chiamati per missioni speciali, come incursioni e ricognizioni nel territorio del nemico. Nel primo secolo d.C. i centurioni ricevevano regolarmente il compito di comandare delle speciali unità di spionaggio, i cosiddetti Frumentarii, o delle sottounità di forze ausiliarie e unità di eserciti alleati.
Spesso potevano diventare aiutanti dei governatori provinciali o addestrare delle truppe che dovevano raggiungere rapidamente un certo grado di efficienza.
Anche i centurioni anziani, ormai impossibilitati a partecipare direttamente alle battaglie, venivano interpellati per i consigli di guerra e per decidere le strategie ed erano spesso coinvolti nelle trattative di pace con il nemico.
Nel periodo imperiale i centurioni servirono anche come guardia del corpo personale dell’imperatore, andando a costituire la guardia pretoriana. Dopo 16 anni di servizio, potevano essere assegnati a vari ruoli amministrativi urbani o diventare comandanti delle città, il che gli permetteva di guadagnare notevolmente.
I Centurioni venivano pagati circa 5 volte in più rispetto a un normale legionario. Ricevevano i bonus più alti del bottino di guerra, come accadde nel 64 a.C, quando Pompeo diede ad ogni centurione 1000 dracme, mentre ai legionari solamente 50.
Nel primo secolo d.C. i Centurioni ricevevano 15 volte la paga di un soldato semplice e i centurioni anziani anche di più. Spesso i centurioni facevano ricorso a delle tangenti per arrotondare la loro paga, in cambio della loro fedeltà nei confronti del generale o in alternativa ricevevano soldi dai soldati in cambio di promozioni e raccomandazioni speciali.
L’evoluzione del centurione nell’esercito romano
Secondo la tradizione romana, il grado di centurione risale ai primi eserciti di Roma nella metà del VIII secolo a.c. che, guidati dal leggendario fondatore Romolo, contavano 3000 uomini e 30 centurioni, ciascuno al comando di un gruppo di fanteria di 100 uomini noto come “manipolo”, ognuno dei quali aveva il suo simbolo.
Secondo Dionigi di Alicarnasso, il grado di centurione aveva origini etrusche e fu poi incorporato nell’esercito Romano dal Re Servio Tullio (579-534 a.C), che conferì questo grado agli uomini che si erano dimostrati più coraggiosi in battaglia.
Nel corso del tempo, l’organizzazione delle unità dell’esercito romano si è evoluta, e alla fine del VI secolo a.C. l’esercito aveva due legioni, ognuna composta da 3000 uomini di fanteria pesante oplita, 1200 di fanteria leggera e 300 cavalieri.
Nel IV secolo a.C. ulteriori riforme ridisegnarono i manipoli, trasformandoli in unità militari più flessibili, schierate in tre linee di truppe, il cosiddetto “Triplex acies“, tali che gli uomini al comando di un singolo centurione si ridussero a 30. Così nel IV secolo a.C, una legione contava 150 centurioni.
L’esercito romano si evolve ancora: Polibio ci descrive le unità dell’esercito attorno alla metà del II secolo a.C. parlandoci di circa 4000 uomini in ogni legione, inclusi degli schermagliatori leggeri.
Nella legione descritta da Polibio, una centuria è un gruppo di uomini variabile che va da 60 a 80, e due centurie formano un manipolo.
Per cui, l’esercito si attesta su 60 centurie (o 30 manipoli), ciascuna comandata da un centurione, che nominava un proprio sotto ufficiale chiamato “Optio“.
Il centurione si posizionava solitamente in prima fila rispetto ai suoi uomini, mentre l’Optio era in ultima fila, a controllare le retrovie. Di tutti i centurioni, il più anziano era chiamato “Primus pilus“, il quale aveva diritto di partecipare al consiglio militare assieme al generale e agli ufficiali più importanti.
Il centurione a cui era stato affidato il comando della centuria di destra all’interno del manipolo era noto come “Centurione anteriore“, mentre quello posizionato sulla centuria a sinistra era chiamato “Centurione posteriore“.
Nel I secolo a.C, la riforma dell’esercito portata avanti dal Generale Caio Mario, ridisegnò nuovamente la struttura dell’esercito: venne introdotta la “coorte”, una unità composta da 6 centurie di 100 uomini, per un totale di 600 soldati. Ogni legione aveva così dieci coorti: i gradi di anzianità dei centurioni e i ruoli di centurione “anteriore-posteriore” rimasero intatti.
I centurioni più famosi
Uno dei centurioni più famosi fu il leggendario Lucio Siccio Dentato, noto come “L’achille romano” che nel quinto secolo a.C. partecipò a ben 120 battaglie e ad almeno 8 duelli singoli. Più volte riconquistò da solo gli stendardi della sua legione e vantava non meno di 45 cicatrici.
Un altro esempio è quello di Spurio Ligustino, che ebbe una carriera di 22 anni attorno al II secolo a.C. durante i quali vinse 34 premi per coraggio e abilità sul campo di battaglia.
Il centurione menzionato più spesso nei racconti di Giulio Cesare nelle guerre galliche è Sestio Baculo, detto “il Bastone”, che una volta salvò la vita di Cesare sul campo di battaglia.
Articolo originale: Centurion di Mark Cartwright (World History Encyclopedia, CC BY-NC-SA), tradotto da Federica Angeli